Studio 5111

Ing. Arch. Gaetano Lixi

Il locale in cui è ubicato lo studio di architettura era una fabbrica di coni per gelato della prima metà del ‘900, poi riconvertita a deposito di una tipografia, e si trova nel centro di Cagliari, nel quartiere adiacente al Palazzo di Giustizia. Il progetto di trasformazione mira nel rispetto del carattere industriale del fabbricato, alla valorizzazione degli elementi esistenti nel progetto originario. Il recupero tuttavia si accompagna al ricorso di soluzioni architettoniche del tutto inedite che consentono il pieno utilizzo dell’ampio spazio centrale, anche e specialmente attraverso la valorizzazione dell’illuminazione zenitale.
Il caseggiato, rivestito all’esterno con conci di trachite, fa del rapporto tra lo spazio interno e la luce naturale una delle chiavi di lettura dell’intero progetto.
Per lasciare il massimo risalto alla illuminazione zenitale si sono realizzate, sui prospetti esterni, delle aperture strette e affusolate protette da grate in ferro posizionate sul filo esterno della muratura che non intaccassero l’effetto di chiusura e matericità del muro di cinta, senza tuttavia interrompere la continuità della facciata esterna.
La struttura spaziale originaria era caratterizzata dalla presenza di un modesto lucernario. Tipico dell’immagine degli ateliers dei primi anni del ventesimo secolo. Questo è stato ampliato col progetto così da rafforzare l’antica immagine di spazio opificio.
Elemento caratterizzante dell’intervento recente è il soppalco che si inserisce quale piano orizzontale sospeso a vista e a sbalzo su tre lati, su una porzione della campata centrale, creando una compressione dello spazio attiguo all’area dedicata ai servizi.
I piani di calpestio posti a quote degradanti permettono di raggiungere dall’accesso i vari ambienti dello studio, evidenziati anche dal diverso utilizzo dei materiali di pavimentazione, in cemento levigato e in parquet industriale.
All’attacco fra lo spazio dello studio e l’edificio soprastante, è venuto alla luce un muro controterra di conci calcarei sbozzati a mano che è stato riportato a vista quasi a sottolineare il carattere di elemento fondativo dell’intero complesso architettonico. Questa parete è lo sfondo di un ambiente dedicato alle esposizioni temporanee di opere di giovani artisti, separato parzialmente dagli spazi dedicati alle attività professionali attraverso una parete attrezzata in rovere e da una struttura in ferro ossidato, che funge da supporto delle opere e separa, al contempo, l’archivio.
L’attenzione al linguaggio industriale, parte integrante della storia del fabbricato, ha suggerito l’utilizzo di materiali di finitura quali l’intonaco a base di calce colorato in pasta, il ferro ossidato, la pavimentazione in cemento e in legno di recupero.

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