“FAME D’INFINITO” Maria Lai

… la religione promette vita eterna
l’arte esalta la vita che contiene la morte.

Maria analizza alcune componenti della scena presepiale che per lei sono metafore del percorso artistico:

Trinità nel Presepio:
cometa, angeli, pastori
Gesù, Giuseppe, Maria
i tre re magi

Trinità nell’arte:
uomo, donna, divinità
autore, opera, interprete
inganno, verità, mistero.

Vi è quindi una radicale laicizzazione dell’orizzonte religioso, e una sua incorporazione in quello artistico, in quanto le figure del presepio sono le figure del mistero e il mistero è il luogo dell’umano e dell’arte.

Vorrei che l’arte fosse per tutti lo spazio
di un presepio da comporre
coi propri personaggi
i propri paesaggi
i propri pianti
i propri canti
i propri santi.

Metafora di un’arte capace di essere di tutti
e di essere spazio vitale, aria, ossigeno della vita. Per Maria l’arte, adeguatamente socializzata, incorporerebbe le valenze religiose. Sarebbe il sacro immanente.
Il linguaggio che apre al mistero del vivere. Un tratto forte di continuità tra i primi e gli ultimi presepi di Maria Lai è il fatto che l’artista sente la presenza, in quella scena particolare, della fondazione dell’umano, della creazione, della morte come orizzonte della vita affidato all’arte.
…..Maria Lai ci incoraggia a riassumere il presepio e il Natale come cosa di tutti, fondativi dell’umano prima che del divino e in sé quindi laica anche se naturalmente sacra.

Pietro Clemente
(Professore ordinario di Antropologia Culturale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze)

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi