Wonderful garden è un giardino incantato di fiori colorati visti a distanza ravvicinata. L’immagine focalizza l’attenzione su un fiore posto in primo piano, con la sensualità organica del suo apparato riproduttivo, mentre il secondo piano è occupato dalla presenza invadente di fiori di altre specie. Il respiro dato alla rappresentazione dal fondo, (fondo peraltro non naturalistico, ma astratto su un versante fantastico) pone l’opera in posizione antitetica rispetto ad analogie, (scelta di simili o medesimi soggetti) riscontrabile nelle opere di artisti contemporanei molto gettonati, come ad esempio le recenti tele di Koons e di Quinn. Se in questi è infatti forte la valenza neopop angloamericana, con una “immagine piena”, realizzata con incastri di dettagli, (non a caso, in questi loro lavori, il referente storico sul piano estetico e in quello del contenuto, – il desiderio – può essere senz’altro individuato in Rosequist) il mio percorso invece, credo, possa essere ascritto piuttosto ad un’idea della rappresentazione di tradizione più europea, resa comunque attuale dall’aver metabolizzato l’esperienza Posthuman creando un rapporto fisico, diretto, con il corpo del fiore e sia dal taglio fotografico, da dettaglio di documentario televisivo, dato all’immagine.
Chiara Demelio
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